Ti è mai capitato di iniziare un percorso, che fosse di miglioramento della forma fisica piuttosto che qualsiasi altra cosa e ritrovarti bloccato dalle troppe informazioni riguardo alla migliore strategia e su come procedere? Il fatto che viviamo in un’epoca in cui le informazioni sono accessibili praticamente a tutti ha generato senza dubbio tantissimi vantaggi. Ma l’altro lato della medaglia è dato dal fatto che spesso se ne trovano anche troppe e sfortunatamente spesso si contraddicono tra di loro.
Oggi ti voglio parlare di quella che chiamo la metafora del Surfista. Ti sarà utile non solo per quanto riguarda la forma fisica, ma per qualsiasi decisione un po’ difficile che potrai trovarti a dover prendere.
Immaginiamo uno scenario spesso visto nei film. Una bella spiaggia, un mare stupendo e le onde che prorompenti si scagliano a riva. Per gli amanti del surf è la situazione ideale. Immaginiamo poi che in acqua ci siano due surfisti. Il primo è fermo immobile, non curante delle onde. Ha vari volumi in mano, in cui sono scritti tutti i principi per cavalcare le onde al meglio. L’inclinazione della tavola, come deve mettere le gambe sulla tavola stessa, il momento migliore per cavalcarle e così via. In un altro volume c’è scritta una cosa leggermente diversa. Le gambe devono essere inclinate diversamente, il momento ideale per lasciarsi andare non coincide con quanto dice il primo libro e così via.
Se poi lo pensiamo non con dei libri, ma con un iPad in cui legge su vari siti tutte queste informazioni, possiamo ben capire che troverà ancora più informazioni e sarà confuso. E’ normale capire che questa persona non saprà mai come iniziare. E anche se decidesse di provare una strada, ancor prima di iniziare avrebbe enormi dubbi e non si lascerebbe andare all’esperienza stessa. Molti studiosi hanno sottolineato come il sovraccarico di informazioni sia deleterio al fine di prendere le decisioni e rischia moltissime volte di paralizzare la persona che si ritrova a dover decidere.
Ipotizziamo che nell’acqua ci sia anche un altro surfista. Quest’ultimo ha preso giusto qualche informazione prima di buttarsi in acqua, e senza indugio invece di concentrarsi su molte variabili quello che fa è lasciarsi andare e cavalcare le onde. Sbaglia, cade, si rialza e poi a seconda dei suoi risultati dettati anche dalla tavola che ha e dalle sue caratteristiche fisiche, si adatta alla situazione di conseguenza.
Come è facile capire, quest’ultimo alla fine della giornata avrà non solo vissuto un’esperienza molto più ricca, ma avrà anche accumulato più esperienza del primo, che mentre era impegnato a studiare si faceva travolgere dalle onde.
Come applicarla al fitness?
La metafora è abbastanza chiara, spero, ma il succo del discorso e quello che cerco di trasmettere ai miei clienti è che è giusto voler raccogliere informazioni e sapere quello che si va a fare, ma è inutile passare ore e ore a studiare quale approccio al mondo del fitness sia migliore in teoria. La teoria e i libri vanno bene, ma poi bisogna affrontare la realtà. Ossia cavalcare le onde e vedere cosa succede. Il concetto di auto consapevolezza si rifà proprio a questo.
Ho avuto clienti che avevano risultati con un approccio, e poi hanno deciso di cambiarlo perché una ricerca diceva che non funzionava. In seguito hanno visto peggioramenti. Passata la frustrazione e lo stupore, hanno capito che quello che in teoria non era ottimale per loro, lo è nella pratica e quindi per fortuna sono tornati a fare le cose che sentono essere efficaci per loro.
Quindi il mio consiglio è semplice. Impara le cose che ti servono per iniziare, col mio aiuto sarebbe senz’altro più veloce, e poi buttati nel ‘fare’ il prima possibile per capire cosa funziona per te, cosa ti piace, quali sono i tuoi punti di forza e debolezza, quali sono i tuoi limiti e potenzialità genetiche e così via.
Imparerai e avrai risultati molto più velocemente della persona che invece passerà la vita a studiare teorie su teorie trovate su Internet senza nemmeno cavalcare una singola onda.